lunedì, novembre 16, 2009


aggiornamenti dell'archivio Bolaño






novita dell'Archivio Bolaño
3/11/09
 • " il mistero del titolo del libro" i
le possibil ispiegazioni del titolo del romanzodi Roberto Bolaño 2666
3/11/09
 • " 2666 volume II" i
Dario Voltolini - tuttolibri 25-1/10/2008- e intervista radio tre del 3/11/2009sul romanzo di roberto Bolaño 2666
29/10/09
 • "Su 2666 di Bolaño" i
Francisco Goldman dicembre 2008 - trad Gianni Errera

domenica, novembre 08, 2009

le leggende di Bolaño


Come è stato detto, Bolaño è ormai diventato un mito e attorno a lui crescono le leggende. Dopo la morte, nel 2003, la sua figura ha suscitato un crescente interesse accademico, dei critici, del mercato e del pubblico dei lettori, trasformando l'autore in un link internomodello di vita".
  Sono molti i fattori che hanno contribuito a questo processo di canonizzazione:

- una vita nomade e turbolenta, più per necessità che per vocazione, ma che al contrario di quello che si vuole far credere, non ha niente di avventuroso o "romantico" o "eroico". Bolaño, che pure non era particolarmente attratto dal viaggio ( "in verità è più sano non viaggiare, è più sano non muoversi, non uscire mai di casa, stare ben coperti in inverno, non togliersi la sciarpa d'estate, è più sano non aprire la bocca nè battere le ciglia" nota ), in realtà fu costretto a una vita di spostamenti e traslochi sin dall'età di 5 anni, per motivi economici. All'età di 15 anni, dovette emigrare in Messico con la famiglia per motivi economici. La necessità di emigrare, alla ricerac di migliori condizioni di vita, non ha niente di romantico e avventuroso. E' triste, traumatica, piena di incertezze e difficoltà.
Successivamente, nel 1978, Bolaño emigra in Europa e si stabilisce in Spagna insieme alla madre. E' un extra-comunitario, con il problema del permesso di soggiorno e con la necessità di dover trovare un lavoro. Questa realtà è stata sistematicamente negata dagli intellettuali latinoamericani (o quasi tutti) che, inconsciamente o chissà per quale recondito motivo, non hanno mai accettato la condizione di uno scrittore autodidatta, che suo malgrado era costretto a una vita nomade e indigente ( a scrivere link interno" ) completamente estraneo per estrazione sociale e formazione e modus vivendi alla loro casta, che pure ha sempre goduto di privilegi in America latina. Il tentavo, forse inconsapevole ma ossessivo di assimilare Bolaño allo status di "esiliato" è costante e si puo' rintracciare in tutte o quasi tutte el interviste. Bolaño ha sempre rifiutato la retorica della "patria" e la mistica dell'esilio nota:

A quell'epoca [1984] io lavoravo a roses, a metà strada tra Figueras e Cadaqués, anche se la mia vita non aveva niente di glamour, soprattutto se intediamo la paroal glamour così coem al intendono e la esemplificano queste centinaia di esiliati latinoamericani, soprattutto quell iche si dedicano all'arte o allo spettacolo (di fatto, dubito molto che sappiano la differenza tra l'aret e lo spettacolo). Diciamo che allora io lavoravo in un negozio di bigiotteria, come dire che avevo il mio piccolo negozio, e viveva come un arabo di "Le mille e una notte", o come un ebreo del ghetto di Praga, senza frequentare il circol odi Kafka, ma apprendendo quei nom ipittoreschi che designano i diversi pezzi di bigiotteria. A mezzogiorno ero solito andare a nuotare in una scogliera del porto, dove ancora era possibile vedere i polipi. Quando i polipi mi vedevano si allontanavan oe i ol iseguivo, senza toccarli, per un buon tratto. Di notte, dopo aver contato i guadagni e le perdite del giorno, e averle annotate in un quaderno molto grosso, mi mettev oa scrivere, steso per terra (non avevo un tavolo) e a volte pensavo all'occhio del polipo che avevo visto a mezzogiorno e tutto mi sembrava magnifico. Se non fossi stato vittima di una truffa, probabilmente averi continuato con lo stesso lavoro"

- il coinvolgimento diretto durante il feroce e violento colpo di stato in Cile: in realtà la presenza di Bolaño durante quei terribili giorni e' stata casuale come pure il suo arresto. Bolaño, che pure aveva un chairo orientamento politico di sinistra e come tutti i giovani di allora aveva creduto nelle speranze di cambiamento dei moviemnti rivoluzionari dell'America latina, non era certo un rivoluzionario militante. Come in modo molto eloquente ha ripetuto lo scrittore Horacio Castellanos Moya link esterno



- l'ingenua, ma forse inevitabile confusione tra il personaggio di Bolaño e la persona di Bolaño; in molti dei suoi romanzi è fondamentale la presenza di personaggi che, nella veste di protagonsiti o dell'io narrante assumono il ruolo di Roberto Bolaño ( tra cui spicca Arturo Belano, poeta-detective protagonista de I detective selvaggi, presente in "Chiamate Telefoniche, fonte ispiratrice di Stella distante e io narrante di 2666. Oppure B in Puttane assassine). Ma sarebbe ingeneroso e fuorviante ridurre i libri di Bolaño a romanzi autobiografici. Al contrario in essi viene raccontata una biografia immaginaria. La scrittura di Bolaño [Jose Promis] .

  "Una cosa è certa: Bolaño scriveva dall'ultima frontiera y sull'orlo dell'abisso. Solo così si può capire una prosa tanto attiva e cinetica e, nello stesso tempo, tanto osservatrice e riflessiva. Solo cosi' si comprende la sua necessità impostergabile di essere persona e personaggio. Non importa (...)dove finsice Bolaño e comincia Belano. Ciò che importa è che il primo abbia creato il secondo perchè gli sopravviva, e che non si sia rassegnato con la mera allucinazione di uno che, a momenti, giocherellava romanticamente con la possibilità che anche Bolaño fosse un personaggio di Bolaño (...) Belano è "più una vita e alternativa in un'altra diemnsione che un alter ego proprio dell'autore, personaggio che, malgrado l'annuncio del suo suicidio in Africa, Bolaño decise di resuscitare in varie occasioni fino a proporlo come la voce futurista che comanda e ordina 2666" [Rodrigo Fresan, El secreto del mal y La Universidad Desconocida, de Roberto Bolaño link esterno ]


- l'operazione di marketing dell'industria editoriale USA: i lettori USA, si sa, sono affascinati dalla figura dello scrittore, selvaggio, un po 'sovversivo e perennemente "on the road", un mito in grado di rappresentare il fascino dell'esotico, ma nello stesso tempo, proprio perchè distante, finisce per confermare la "superiorità" della loro cultura, "civilizzata", "pragmatica", "razionale" e "moderna".

questo fenomeno e' stato ampiamente, spiegato e denunciato dagl iscrittori latinoamericani ( v. Bolano postumo link interno) e non merita altri commenti nota


Ciò che importa alla fine, è l'opera di Bolaño che trascende tutte le leggende e le mistificazioni che si possano inventare attorno alla sua figura. E' molto sottile e ironico al riguardo un articolo del 2007 [print the legend] di Javier Cercas dove si sostiene tra l'altro che intorno allos crittore circolano due leggende. Una è quella che hanno cominciato a costruire subito dopo la morte icritici e i lettori
l'altra è quella che
Lo stesso Bolaño scrisse, nella frenesia monastica dei suoi ultimi anni dopo una vita intera consacrata con tenacia alla letteratura. Entrambe le leggende, come lo stesso nome indica non corrispondono alla realtà, pero' cio' che scrisse Bolano ha l'immenso vantaggio di essere in un certo senso piu' vero della verità, mentre l'altra leggenda è essenzialmente menzogna, o è una menzogna forgiata con ingredienti di verita', che è la forma più piu' precisa della menzogna. La leggenda che Bolano costruì nei suoi libri vivra' molti anni, o comunque è questo cio' che credo; quella che hanno costruito glia altri si sfumera' presto, o comunque è questo ciò che spero. E' quasi superfluo dire che era prevedibile la mitizzazione di Bolano. Al di là (o al di qua) del valore letterario della sua opera, il fatto che Bolano sia morto giovane e al culmine della sua potenza creativa e del prestigio, suppongo che impedisse qualsiasi altra possibilita (…) la storia della letteratura abbonda di esempi di questo tipo di canonizzazione….
E' anche vero tuttavia , che nel caso di Bolano, come in quello di tanti altri scrittori morti in simili circostanze, ci sia nella leggenda che circonda la sua fama postuma, una certa giustizia poetica.: in fondo tutta l'opera di Bolano puo' leggersi come un tentativo riuscito di convertire lasua propria vita in leggenda e le sovreccitazioni, le insolenze, le provocazioni dei suoi fugaci anni di scrittore ormai consacrato, se non fossero corrose da un umore feroce che i suoi lettori più acritici o superficiali non sempre paiono afferrare, potrebbero indurci a ritenere che Bolaño abbia finito i suoi giorni credendosi un personaggio di Bolaño; cosa che per fortuna è lontana dal vero o che lo è solo nella triste misura in cui ogni scrittore finisce col rassegnarsi presto o tardi a trasformarsi in un personaggio della sua propria opera (…)
Sia come sia, così come stanno le cose, è possibile che presto o tardi, alcuni dei suoi lettori meno perspicaci o piu' frastornati, restino delusi nel sapere che lo scrittore mito nel quale hanno voluto convertire Bolano, fu in vita un uomo morigerato e prudente, … ma questo non e' un problema di Bolano ne' della sau opera ma solo dei frastornati e di coloro che alimentano il loro stordimento.


© Carmelo P.© ( anche le traduzioni sono di Carmelo P.©)





NOTE

Roberto Bolaño, literatura + enfermedad = enfermedad link esterno -      torna su

in un bellissimo saggio ("dopo l'esilio  ") Massimo Rizzante dice: "La “parola” esilio non ha più una patria. Liberata dalle sue frontiere, disseminata in 333 testi e 107 citazioni, la parola ‘esilio’ ha perduto la sua ricchezza storica, la sua specificità semantica, e soprattutto la possibilità di cogliere l’altrove che è il mondo concreto" -  

  Ecco gl iarticoli piu' significativi:

Horacio Castellanos Moya Sobre el mito Bolaño - la Nacion 18/10/2009 link esterno

Lola Galan - El enigma universal de Roberto Bolaño - El pais 23/3/2009 link esterno

Leonardo Tarifeño - Los peligros de la obra de Bolaño en la era del marketing, del 2/10/09 link esterno

Javier cercas -
Print the legend - El Pais, 14/04/2007 link esterno
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