sabato, febbraio 06, 2010

novita dell'archivio Bolaño

05/02/10Rossana Miranda

 •  "Detective Bolaño - Sulle tracce del selvaggio" - gennaio 2010 - Il riformista link interno


Più che un libro di saggistica, per quanto prezioso e ben riuscito, Tra parentesi è soprattutto una lunga conversazione con l'autore di 2666 link interno (pubblicato in due volumi e poi in un solo volume da Adelphi, 2009). Un fruttifero dialogo sulla letteratura, i libri, l'ispirazione, il mondo editoriale, i premi letterari, le città e la poesia (si considera più poeta che prosatore perché, dice, arrossisce di meno se legge un suo libro in versi). Emerge, in tutta la sua generosità - come invadente è la montatura dei suoi occhiali -la visione dell'uomo, lo sguardo che lo scrittore aveva verso la vita. Sottolineare i passaggi illuminati di questo libro è un esercizio inutile. Si finirebbe per segnare quasi tutto, in tutte le pagine; meglio tenersi ben stretta la propria copia. Non consegnarla a nessuno. Perché, come dicono i sudamericani, esistono due tipi di lettori scemi: quelli che prestano i libri che hanno amato e quelli che li restituiscono.
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05/02/10 Gian Paolo Serino

 •  "Tra parentesi' il nuovo libro di Roberto Bolaño" - 21/1/2010 link interno


Ma la grandezza di Bolaño sta proprio in questo: nello scardinare ogni "intellettual chic" imponendosi e infiltrandosi in chi lo legge in maniera radicale, definitiva. Leggere Bolaño, se lo si legge in tutta la sua profondità, è molto simile alla sensazione di un uomo che cade sulla piazza dell'Opera in pieno traffico rompendosi le gambe.
Non è forse questo, senza citare "la letteratura come ascia per rompere il ghiaccio che abbiamo dentro" di Kafka, uno dei compiti principi di uno scrittore?
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05/02/10 Michele De Mieri

 •  "la mia lettera d'addio ai giovani poeti rivoluzionari - 21/01/2010 - L'Unita" link interno


Bolaño, che si è sempre sentito più poeta che romanziere ("arrossisco di meno se apro un mio libro di poesie" dice nell'intervista meravigliosa per Playboy che chiude il libro), Bolaño che "se dovessi rapinare la banca più sorvegliata d'America, nella mia banda vorrei solo poeti. La rapina si concluderebbe in un modo disastroso, probabilmente, ma sarebbe bellissima", Bolaño che sta scrivendo il suo capolavoro nero ed apocalittico, 2666, e che in tutti questi pezzi non ne accenna mai (solo un riferimento a Sergio González Rodríguez per il suo Ossa nel deserto), Bolaño che sta morendo e per il futuro della sua patria ("La mia unica patria sono i miei due figli", scrive), Bolaño che riteneva la letteratura un mestiere pericoloso...
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05/02/10

 •  "Tra parentesi" link interno
scheda del libro di Roberto Bolaño




04/02/10 di Marcela Valdes

 •  "Solo tra i fantasmi: 2666 di Roberto Bolaño" link interno

The nation 8 dicembre 2008 (© traduzione di Manuela Vittorelli



I polizieschi e le uscite provocatorie erano due passioni di Bolaño – una volta definì James Ellroy uno dei migliori scrittori viventi in lingua inglese – ma il suo interesse per le storie di piedipiatti non si limitava esclusivamente alla trama e allo stile. I racconti polizieschi sono essenzialmente indagini sui moventi e i meccanismi della violenza, e Bolaño – che era andato a vivere in Messico nel 1968, l'anno del massacro di Tlatelolco, ed era finito in carcere durante il golpe militare del 1973 nel suo paese, il Cile – era ossessionato anche da questo. Il grande tema della sua opera è il rapporto tra arte e infamia, mestiere e crimine, scrittore e Stato totalitario...
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03/02/10

 •  "Terrore o orrore, due reazioni a confronto'"
testo in 4 parti di Maurizio Garreffa:



Il significato che Freud conferisce alla parola "perturbante" è da rilevarsi nella paura di un elemento ben noto e radicato da tempo nella psiche e che per svariati motivi riemerge alla luce dopo che il processo di rimozione lo aveva preso e messo in un angolino nascosto della testa (spesso dovuto alla presenza di residui infantili nella psicologia dell'adulto. L'elemento infantile è infatti un frammento importante della teoria di Freud).
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24/01/10

 •  "Natasha Wimmer sulla traduzione di 2666 di Bolaño"

intervista a Natasha Wimmer - The New York magazine - 14/11/2008


Nonostante la tematica affrontata, 2666 è e più formale di I detectives selvaggi. La sezione che mi ha dato più noia è stata La parte dei crimini, ma in realtà non è stata tanto brutta. La parte di Fate senza dubbio è stata quella più difficile; prova a convogliare la voce di un narratore afro-americano per come viene immaginato da un cileno trapiantato che non ha mai messo piede negli Stati Uniti…
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24/01/10

 •  "Tre: Arturo Belano, Santa Teresa e Sión - Palinsesto totale nell'opera di Roberto Bolaño"
di Alex Candia, saggio in 4 parti: Il palinsesto link interno, Arturo Belano link interno, Santa Teresa link interno e Sion link interno

...Bolaño costruisce ognuno dei suoi pezzi come un gioco di protezioni, di echi e di affinità...scrive testi trasparenti che si spogliano e si travestono con i vestiti di altri testi bolaniani; sono scritture intensamente intertestuali che costantemente alludono o citano testi precedenti...

L'apparizione del doppio Belano ricorda una leggenda raccontata da Mircea Eliade finestra che stabilisce che il diavolo nasce dal riflesso di Dio nell'acqua....Belano mantiene una sola costante nella sua vita: il suo attaccamento alla parola....
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24/01/10

 •  Leggere Bolaño - la voce dei lettori Quetzalina


Cosa mi ha colpito in Bolaño? Più di tutto il suo modo di scrivere come se parlasse davanti a te: non sembra uno scrittore che scrive a lettori sconosciuti, sembra un amico che ti racconta delle sue cose, della sua vita, della sua conoscenza..e te la infonde...senza prosopopea, senza presunzioni, solo per amore di farti sapere e conoscere ciò che lui sa. ...
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21/01/10

 •  Leggere Bolaño - la voce dei lettori Sandra Scurani, "Rebote y Retumbo" (i detective selvaggi)


Mi piace pensare che una visione epica provochi nel lettore una dilatazione e una tale espansione da condurre allo smarrimento.

Quello di Bolano è un fascinoso gioco selvaggio, solo alla fine senti che era necessario slegarsi, dilatarsi, perdersi, rimbalzare da un continente all’altro per sentire il rimbombo.
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18/01/10

 •  "profilo di Roberto Bolaño (2000)

nel 2000, in Italia, le persone che conoscevano Roberto Bolaño si potevano contare sulla dita di una decina di mani, forse un centanio, ma di sicuro meno di un migliaio. Il profilo tracciato da Schenardi, sull'opera di Bolaño, è superbo e ancora attualissimo.


È sorprendente l'abilità di Bolaño nel cogliere lo "spirito (infetto) di un'epoca" a partire da una vicenda appena verosimile, così come la sua capacità di evocare interi affreschi storici dai punti d'osservazione soggettivi più impensati, come accade alla protagonista di Amuleto....

...anche da questo libro emerge il carattere "meticcio" , della letteratura di Bolaño, che affonda le sue radici nella tradizione latinoamericana (Borges, Cortázar, Donoso, Rulfo) ma senza idolatrarla e soprattutto senza ignorare la lezione e le suggestioni di molti maestri dell'altra America (Bellow, Auster, Carver). Un cocktail dal sapore intrigante per palati forti, servito da un barman che sa il fatto suo e conosce i gusti della sua affezionata e cosmopolita clientela
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16/01/10

 •  "quattordici domande a Bolaño Paolo Intyervista di daniel Swinburn del marzo 2003


...il primo scoglio, il primo problema da superare è la struttura, cioè il contenitore. In definitiva, ciò che raccontiamo di continuo è una variazione di quello che l'uomo va raccontantando a sé stesso da migliaia di anni. Quello che cambia, quello che permette all'albero di mantenersi vivo e non seccarsi, se mi si passa questa metafora per l'esperienza letteraria, è la struttura, mai l'argomento. Questo ovviamente non significa che l'argomento, il tema, non conti, è naturale che conti, magari sarebbe meglio dire che a contare è il dosaggio del tema, la riformulazione della "dose tematica", ma la cosa davvero importante è la struttura. La struttura è la musica della letteratura..
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16/01/10

 •  Leggere Bolaño - la voce dei lettori Paolo Castronovo, lettore ma anche critico


Qualche tempo fa un amico mi provoca: "C'è un autore cileno che non è una puttana, non è nemmeno un macho alla Hemingway e non è morto ammazzato nei '70". L'ovvietà dell'ultimo punto non è poi così scontata. Mesi dopo scoprì che molte delle intuizioni del mio amico erano prese dal saggio in chiusura de "Il gaucho insostenibile". Scoprii, dal canto mio, la vita e il mito di Roberto Bolano, legate insieme a doppio filo a formare un'opera letteraria scritta con avidità e lucida determinazione...
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13/01/10

 •  Leggere Bolaño - la voce dei lettori Raffaella Grasso


Un anno fa, mese più mese meno, in una conversazione telefonica con un amico che purtroppo non vedo mai, tra novità e aggiornamenti personali, chiacchiere sparse, disordinate e incoerenti, salta fuori la dritta, “2666, Bolaño”.......Nessun mistero risolto, neppure una risposta agli enigmi che anzi riverberano in questo gioco continuo di lampi improvvisi, di salti apparentemente definitivi, che rivelano nessi con cose lontane o che saranno, proprio quando non te l’aspetti e poi ancora non appena ti illudi di essere sulla buona strada, a rovesciare i piani attraverso “innocenti” cambi d’angolazione.....
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05/01/10

 • Enrique Vila-Matas "Bolaño nella distanza", aprile 1999


In
È molto probabile, pertanto, che Bolaño appartiene alla famiglia letteraria che riunisce Italo Calvino intorno a una delle sue proposte per il prossimo millennio: quella della molteplicità link interno...........Di fatto, questo romanzo ha una struttura che tende all'infinito, a qualcosa di tanto infinito come l'intento di Gadda di riprodurre tutti i rumori dei suoi vicini di casa. Inoltre, qualunque sia la storia che gli stessi testimoni raccontano, il discorso continuamente si allarga e si allarga per abbracciare orizzonti ogni volta sempre più vasti, e se potesse continuare a svilupparsi in tutte le direzioni arriverebbe ad abbracciare l'universo intero.
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05/01/10

 • I detective selvaggi ( i personaggi del romanzo)


In ... "Eccessiva, per la verità no davvero. Autobiográfico è Faulkner, Joyce, per non parlare di Proust. Incluso Kafka è autobiográfico, il più autobiográfico di tutti. In ogni caso io amo la letteratura. per definirla in qualche modo, tinta leggermente di autobiografia, che corriponde alla letteratura dell'individuo, quella che distingue un individuo dall'altro, rispetto alla letteratura del noi, quella che si appropria impunemente del tuo io, della tua storia, e che tende a fondersi con la massa, che è il pascolo dell'unnanimità, il luogo dove tutti i volti si condono. Io scrivo a partire dalla mia esperienza, tanto la mia esperienza, diciamo personale, quanto la mia esperienza libresca o culturale, che col temp osi è fusa in una sola cosa. però scrivo anche a partire di cio' che si era soliti definire l'esperienza collettiva, che è, al contrario di ciò che pensabo alcuni teorici, qualcosa di abbastanza inafferrabile. Diciamo, per semplificare, che può essere il lato fantastico dell'esperienza individuale, il lato teologale. In questa prospettiva, Tolstoi è autobiografico ed io, naturalmente, seguo Tolstoi"
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05/01/10

 • I detective selvaggi ( introduzione al romanzo)


In Io non credo che I detective selvaggi sia il romanzo del fallimento di una generazione. L'educazione sentimentale, di Flaubert, non è il romanzo del fallimento di una generazione. Almeno la sua lettura non può esaurirsi in ciò. Nemmeno credo che Guerra e pace sia il romanzo del fallimento di una generazione. E' una lezione del XIX secolo, che si è capita solo nel secolo XX, cioè che tutte le generazioni, per il semplice fatto di esistere, sono esposte al fallimento. Importante è un'altra cosa. William Carlos Williams ha scritto un poema importante al riguardo. E' un poema lungo, qualcosa di poco usuale in Williams, dovec'e' una donna, una lavoratrice che racconta le vicissitudini della sua vita, una vita piena più di disgrazie che di allegrie, che però questa donna affronta con valore. Nel finale del poema Williams dice: se non riesci a portare su questa terra qualcosa di piu' che non sia la tua propria merda, vattene via da qui. Naturalmente lo dice con altre parole, credo. Ma l'idea è questa
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02/01/10

 • "Segreto e simulacro in 2666 di Roberto Bolaño " ( di Patricia Espinosa nota, Estud. filol. n.41 Valdivia settembre 2006)


Se fossi obbligata a rispondere in maniera veloce sull'origine del piacere generato dall'opera di Bolaño, sarei tentata di dire che deriva da una moltiplicazione ad infimitum di una specie di iper-connettività; ovvero, una connettività portata al suo limite, estremizzata fino all'assurdo. Ogni punto, ogni elemento all'interno della sua narrativa sembrerebbe avere la potenzialità per esplodere in qualsiasi istante, rendendo estremamente incerta l'origine e l'effetto che solamente alcuni istanti prima sembravano così convincenti. ....
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02/01/10

 • "Dèjenlo todo, nuevamente" (di Roberto Bolaño - manifesto infrarealista - in lingua originale...seguirà traduzione)


“Hasta los confines del sistema solar hay cuatro horas-luz; hasta la estrella más cercana, cuatro años-luz. Un desmedido océano de vacío. Pero ¿estamos realmente seguros de que sólo haya un vacío? Únicamente sabemos que en este espacio no hay estrellas luminosas; de existir, ¿serían visibles? ¿Y si existiesen cuerpos no luminosos u oscuros? ¿No podría suceder en los mapas celestes, al igual que en los de la tierra, que estén indicadas las estrellas-ciudades y omitidas las estrellas-pueblos?” ....
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29/12/09

 • "Intervista a Roberto Bolaño" (di Luis Garcìa - aprile 2001)


quando mi hanno arrestato in Cile mi accusarono di terrorismo internazionale, perchè il mio accento era messicano. L'ho sentito come una medaglia. Peccato che questa medaglia non durò molto. Il tenente dei carabinieri che mi ha arrestato, durante un controllo per la strada, era chiaramente uno schizofrenico e probabilmente nessuno gli faceva caso. In alcune pubblicazioni tedesche ho letto, con stupore, che sono stato sei mesi in carcere. In realtà furono solo otto giorni. Rispetto alla partecipazione a movimenti sociali, non ho idea del tipo di movimenti sociali cui partecipa Luis Sepùlveda, però sono sicuro che non mi lascerebbero entrare nel suo club. Nè a questo club nè a nessun altro. Così potrei dire che non partecipo per cortesia, per delicatezza, per evitare loro la brutta figura di una mia più che sicura espulsione. O, detto in altri termini: che si occupino loro di questa politica che io ho già abbastanza lavoro nell'occuparmi di letteratura e della mia politica. Un'ultima puntualizzazione: io mai mi sono sentito esiliato in Spagna, come neanche mi sono sentito esiliato in Messico, nè in America Centrale, nè in nessun altro luogo dove si parla spagnolo....
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20/12/09

 • "The Natasha Wimmer Interview" (di Scott Esposito - del 22 giugno 2007)


Ho capito sin da subito che tradurre Bolaño era l'occasione più grande della mia vita. Pensai la stessa cosa che probabilmente deve aver pensato Gregory Rabassa quando si è ritrovato in mano Cent'anni di solitudine. I detectives selvaggi non era semplicemente un romanzo incredibile, c'era anche qualcosa di grandioso e di nuovo. Non avevo mai sentito molto parlare di Bolaño prima di leggere I detectives selvaggi, così le mie impressioni non furono influenzate dal successo emergente di pubblico che vedeva in Bolaño lo scrittore di lingua ispanica più importante della sua generazione. È stato il romanzo per sé stesso che mi ha sbalordito...
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19/12/09

 • La letteratura nazista in America di Diego Trelles Paz, estratto da "detective perduti, assassini assenti ed enigma senza risposta" del 2008


Con "la letteratura nazista in America, Bolaño assume e dispiega senza la debolezza mimetica dell'epigono, l'influenza letteraria di Borges, che già si annunciava ne La pista di ghiaccio e in Monsieur Pain. Se in questi due romanzi, alla maniera degli scismatici della scuola "anti-detective, Bolaño utilizza e altera i codici del poliziesco modificando il probabile a favore dell'insolito nella mente del lettore del genere, a partire da La letteratura nazista in America l'autore si introduce in pieno nei terreni borgesiani del gioco ccon l'apocrifo, del motivo dei doppi e gli specchi, della eteronimia compulsiva e del carattere traslato dei personaggi e del testo strutturato come un caleidoscopio....
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19/12/09

 • la letteratura nazista in America scheda del libro di Roberto Bolaño


..."Credo che La letteratura nazista sia un romanzo, con esposizione, sviluppo ed epilogo. Un tipico romanzo...
In definitiva però è un congiunto di biografie unite tematicamente, però indipendenti. E' un romanzo ma non deve essere letto ocme un romanzo. Puoi cominciare da dove vuoi nonostante i tre stadi del romanzo. Per esempio credo che si possa cominciare dall'epilogo. La cosa più probabile è che abbia fallito nel mio intento, ma l'idea era questa e credo che non fosse una cattiva idea"
......
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19/12/09

 • "Print the legend" (articolo di AJavier Cercas
- EL Pais, 14-04-2007


...è possibile che presto o tardi alcuni lettori meno perspicaci o più confusi possano restare delusi nel sapere che lo "scrittore bandito-delinquente",in cui hanno voluto convertire Bolaño, fu nella sua vita reale un uomo morigerato e prudente, uno che - poniamo caso - non passava per essere un socialdemocratico o un liberale di sinistra, che è, suppongo, il più prudente e morigerato che si possa essere politicamente; ma già questo non è un problema di Bolaño né della sua opera, quanto piuttosto dei frastornati e di chi alimenta la loro confusione......
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08/12/09

 • "Le tre apparizioni di Bolaño (l'Università di Bolaño)" (saggio di Andrés Neuman
- 15 novembre 2008


...La sua presenza oggi, tanto nella biblioteca dei suoi lettori come nella memoria dei suoi amici, continua ad essere così intensa che sembra che stiamo qui ad aspettare il suo ritorno. A Bolaño lo divertiva l'idea di sfumarsi, di sparire nei momenti più inaspettati. La sua opera è piena di fuggitivi che inseguono la loro stessa fuga. Benno Von Arcimboldi è uno spettro letterario, un'assenza inseguita per mille pagine. Prima di vagare per il mondo, Belano e Lima trascorrono la loro gioventù messicana scomparendo continuamente. I real visceralisti sono profughi perfino dello stessa opera.....
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08/12/09

 • Io non ho mai avuto paura della morte (intervista di Raul Schenardi
- fiera del libro di Torino, maggio 2003)


La poesia nei Detectives è fondamentalmente la metafora della fragilità e della portatilità della letteratura. Non c'è arte più facile - solo all'inizio, dopo diventa la più difficile di tutte - che scrivere una poesia, che fare poesia. Ricordo che a quel tempo in qualche ambiente circolava addirittura l'idea che la poesia potevano scriverla anche quelli che non sapevano scrivere, perché bastava mettere giù parole in libertà. La poesia d'avanguardia era molto di moda e si associava spesso all'idea di cambiare la vita e di cambiare vita, e per me in fondo la poesia - perlomeno come la vedevo all'epoca in cui ho scritto I detectives, è già passato del tempo
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08/12/09

 • Sono molto pochi gli scrittori che si giocano il tutto per tutto (intervista di Javier Campos
- El mostrador del 3 di agosto del 2002)


Io non credo che I detective selvaggi sia il romanzo del fallimento di una generazione. L'educazione sentimentale, di Flaubert, non è il romanzo del fallimento di una generazione. Almeno la sua lettura non può esaurirsi in ciò. Nemmeno credo che Guerra e pace sia il romanzo del fallimento di una generazione. E' una lezione del XIX secolo, che si è capita solo nel secolo XX, cioè che tutte le generazioni, per il semplice fatto di esistere, è esposta al fallimento. Importante è un'altra cosa. William Carlos Williams ha scritto un poema importante al riguardo.
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07/12/09

 • 2666 vol. 2 (di emanuele trevi, Il manifesto, dicembre 2008


Ma la pura e semplice verità è che opere ardite, affascinanti, persuasive come 2666 si contano sulla punta delle dita di una mano sola, nella letteratura di oggi. Gravemente malato e in attesa di un trapianto al fegato (sarebbe morto a Barcellona nel 2003, a soli cinquant'anni) Bolaño ha lottato contro il tempo per portare a termine il suo folle ed esigente progetto - ben più ambizioso di tutto quanto avesse scritto fino a quel momento....
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07/12/09

 •  Ciudad Juarez


Bolaño Venne a conoscenza, in discussioni con amici comuni, come Jorge Herralde e Juan Villoro, che stavo elaboranto un libro sul femminicidio juarense, e si mise in contatto con me per posta elettronica. Voleva conoscere dettagli molto specifici della vita delinquenziale a Ciudad Juarez. Era molto ben informato sugli assassinii seriali, consoceva il tema in profondità, però voleva che lo informassi di cose come le armi, i calibri, le auto che usavano i narcotrafficanti, o mi sollecitava che gli trascrivessi atti giudiziali dove venivan odescritti gli omicidi. Inoltre ci scambiavamo punti di vista sugl iassassini o iprobabili assassini e circa le opinioni dei criminologi e criminalisti.
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07/12/09

 •  Santa teresa (2666 -> la parte dei delitti


Santa Teresa è forse l'emblema della "razionalità" fredda del profitto libero da ogni vincolo "democratico", al di fuori e al di sopra dell'etica e della legalità. Allora se le ragioni, o forse le aspirazioni se non le utopie illuministiche del primo mondo sono enumerate, definite e raprresentate come costi, i luoghi del profitto vengono delocalizzati
oltre la frontiera, nelle "zone franche" tra il primo mondo e il nulla, laddove finalmente si dispiega in tutta la sua potenza
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05/12/09

 •  Leggere Bolaño - la voce dei lettori Sandra Scurani 2


La lettura di 2666 ha avuto una lunga gestazione. Tutto si riconduce a diversi anni fa quando, in qualche mese, ho letto le opere complete di Borges....
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03/12/09

 •  Leggere Bolaño - la voce dei lettori Stefania S.


Fino ad agosto scorso non sapevo nemmeno che esistesse Bolano.

Non sono una grande lettrice, e soprattutto non sono mai stata costante nella lettura.
Prima di prendere il treno, visto che il viaggio era abbastanza lungo, sono entrata nella libreria della stazione Termini e mi sono diretta al reparto Gialli.
Voi non ci crederete ma........
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01/12/09

 •  Leggere Bolaño - la voce dei lettori Sandra Scurani


... è comparso subito, come un richiamo in mezzo a una selva di titoli.

E’ stato dunque in libreria che Stella distante di Roberto Bolano, mi ha raggiunto fisicamente. In realtà l’incontro è avvenuto prima e ho compreso, sempre più convinta, che avevo bisogno di quella scrittura, avevo bisogno di leggere questo. Il primo contatto è stato sonoro e percettivo, sensazioni immediate e poco razionalizzabili, intense, intriganti, senza filtri. Bolaño, senti come suona?...
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28/11/09

 •  Il virus di bolaño e la voce dei lettori L'esperienza del lettore. Una proposta

Una cosa e' certa, Bolaño era un lettore prima ancora che scrittore. Un grande, instancabile, appassionato e voracissimo lettore. Nel 1968 emigra con i genitori in Messico (alla ricerca di migliori condizioni economiche) all'età di 15 anni. A 16 anni e mezzo abbondona la scuola e inizia il suo "apprendistato selvaggio", leggendo tutti libri che riesce a rubare e frequentando compagnie "poco raccomandabili" di incerto futuro se non del tutto precluso. Come un selvaggio si muove tra i libri e la strada " senza soldi e con tutto il giorno, ovvero con tutta la vita a mia disposizione".......

Come abbiamo consociuto Bolaño, qual è stato il primo impatto con i suoi libri, la sua scrittura, il suo stile, i temi e i personaggi delle sue opere, che cosa ci colpisce...insomma raccontare la nostra esperienza di lettori.

L'idea è di avere un piccolo spazio dove le nostre esperienze si possono confrontare.
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28/11/09

 •  El contorno del ojo racconto inedito di Bolaño in lingua originale

Diario del oficial chino Chen Huo Deng, 1980.
Jueves. Una curiosa criatura parecida a una vaca gigante pero que posee un pico de pato. Las palabras del periódico se ordenaron como un acertijo infantil dentro de mi cabeza. Me levanté a las cinco de la mañana. Después de lavarme descorrí la cortina: al fondo, en las escarpadas, muy lejos de la aldea, unas fogatas me recordaron los campamentos militares de mi adolescencia. Eran los carboneros. Más allá, hacia el oeste, entre bosques y campos de cultivo, el tendido ferroviario y un tren iluminado a medias que se perdía en la noche. Martes. El comisario político de la aldea vino a visitarme. Eran las siete de la mañana y la puerta estaba abierta. [leggi l'articolo]




28/11/09

 • " la scoperta di un inedito di Bolaño

Qualche mese fa la rivista on line Almamagazine ha diffuso la notizia della pubblicazione, sulla rivista digitale 60 watts ( che attualmente non è accessibile, tranne poche pagine ) del racconto inedito di Roberto Bolaño “ El contorno del ojo
” che lo scrittore aveva presentato al concorso letterario “Premio Alfambra di racconti” organizzato dal comune della città di Valencia nel 1983 ed aveva ottenuto il terzo posto.
Il racconto, che parla di un ufficiale dell’esercito cinese e poeta che trascorre la convalescenza da una malattia in un paese di campagna e annota le sue inquietudini in un diario. [leggi l'articolo]







27/11/09

 • "Roberto Bolaño. Come salvare
la pelle senza rinunciare alla poesia" IV parte - poesia e canaglie - di Massimo Rizzante



Il personaggio del giovane poeta che incontriamo spesso nelle opere di Bolaño non è un poeta romantico. È generoso. È valiente, coraggioso. Ma non è un poeta lirico (non assomiglia molto a Jaromil, il protagonista de La vita è altrove di Milan Kundera, la cui giovinezza coincide con il suo "atteggiamento lirico"). Ha creduto nella rivoluzione, ma non è diventato un rivoluzionario. Non si trova mai dalla parte della Storia (è della stessa specie dei Boris Davidovic, il personaggio del romanzo di Kis, sebbene non abbia dovuto sperimentare la propria totale disintegrazione fisica e spirituale. Bolaño, nei suoi saggi, non cita mai il nome di Kis. Eppure, a mio avviso, è uno dei suoi fratelli estetici). E per questa ragione è criticato dalla destra e dalla sinistra. Non scrive poesia civile (Lorca, Neruda, Breton, Eluard, ad esempio, sono dei poeti rispettati da Bolaño. Tuttavia l'adesione sentimentale all'ideologia politica di molte loro poesie non lo riguarda). È ironico. [leggi l'articolo]





27/11/09

 • "I nostri modelli dello spavento, Roberto Bolaño e il romanzo poliziesco" di Juan carlos Moraga


Che cos'e' la letteratura poliziesca ? Beh e' la letteratura che gira intorno al problema del crimine, dei detective e dei criminali, ma anche uno spazio abitato da simboli che bisogna decifrare: enigmi. La letteratura genera modelli di percezione, matrici per interpretare il testo e la vita, una di queste matrici di percezione è cio' che chiameremo romanzo poliziesco. Perché matrici di percezione? Perché ci predispongono a un lavoro di interpretazione. Il romanzo poliziesco è quello che, come indica il suo nome, gira intorno a un crimine, al suo enigma, e alla sua soluzione - o all'impossibilità della sua soluzione (1) - , con un modello archetipico di personaggio: il detective[leggi l'articolo]

nelle note due racconti di E.A.Poe link interno che puoi ascoltare anche da qui:

Ascolta il racconto di edgar Allan Poe "I misteri della Rue Morgue":


Ascolta il racconto di edgar Allan Poe "la lettera rubata":







25/11/09

 • "La sete del male" (parte iv)" di Eduardo Lago (Revista de Libros nº 100 o abril 2005)


2666 è il culmine della ferma traiettoria di Bolaño. Con questo romanzo, i senso della sua opera si proietta a un livello più elevato. 2666 e' la sua migliore riuscita e si esprime in modo speciale sul piano del linguaggio. Non dimentichiamo che Bolaño era poeta. Questo tratto lo porta qui a forgiare un linguaggio felice, spensierato, allucinato, capace di stabilire le più insolite corrispondenze. La critica e' stata praticamente unanime nel valorizzare 2666. Siamo di fronte a un romanzo eccezionale. Il suo carattere inconcluso lascia alcune cose irrisolte, però nello stesso tempo aggiunge mistero e profondità all'opera. Ci sono delle falle, naturalmente. E' giustificata l'estensione? Funzionano tutte, le sue ramificazioni? Ci sono passaggi gratuiti, pagine di troppo, parti ancora non ripulite? 2666 è una creatura mostruosa? Ci sono momenti in cui il romanzo decade, pero al momento di fare un bilancio, le falle che ci sono poco importano. Di Bolaño si puo dire ciò che disse Cortázar di Lezama Lima, quando Paradiso[leggi l'articolo]



25/11/09

 • "La sete del male" (parte III)" di Eduardo Lago (Revista de Libros nº 100 o abril 2005)


Le cinque parti di 2666, che compongono un'unità all'interno dell'unità più grande costituita dal congiunto dell'opera di Bolaño. Incline alle metastasi testuali, in questo romanzo, l'autore porta alle estreme conseguenze gli sdoppiamenti narrativi. 2666 è un romanzo totale, nel significato in cui Bolaño impiegò il termine per riferirsi a Sotto il Vulcano, di de Malcolm Lowry, che caratterizzò come "romanzo che si immerge nel caos (che è la materia stessa del romanzo ideale) e che cerca di ordinarlo e di renderlo leggibile"[leggi l'articolo]




22/11/09

 • "La sete del male" (parte II)" di Eduardo Lago (Revista de Libros nº 100 o abril 2005)


Scrivere è avvicinarsi all'abisso. Per Bolaño "l'alta letteratura, quella che scrivono i veri poeti, è quella che osa addentrarsi nell'oscurità con gli occhi aperti, succeda quello che deve succedere" Scrivere: addentrarsi nell'inferno; la letteratura è "un lavoro pericoloso" Pericoloso perche' decifrare l'enigma dell'esistenza implica scontrarsi in termini assoluti con il Male e la Morte. Scrivere: esercizio di intelligenza; equilibrio instabile che si regge su una spaventosa lucidità. Ingredienti? "humor e curiosità, i due elementi più importanti dell'intelligenza" [leggi l'articolo]



22/11/09

 • " La sete del male" (parte I)" di Eduardo Lago (Revista de Libros nº 100 o abril 2005)


....coro di personaggi che, insieme ai critici, lettori e scrittori, popolano abitualmente l'universo di Bolaño, una corte dei miracoli, composta da puttane, gobbi, ruffiani, assassini, zoppi, storti, stupratori, ladri, detective, alcolizzati, torturatori, malati, suicidi, sognatori, pazzi, drogati, carcerati, politici corrotti, narcotrafficanti….[leggi l'articolo]




17/11/09

 • "Roberto Bolaño. Come salvare
la pelle senza rinunciare alla poesia" III parte - poesia e crimini - di Massimo Rizzante



Nell'opera di Bolaño la geografia della poesia è molto vasta. Tuttavia, l'enigma che si trova al centro della sua estetica è che la poesia possa coesistere con la Storia. O meglio, che i crimini della Storia possano coesistere con la poesia. E che perciò i poeti possano, in particolari condizioni storiche, trasformarsi in criminali. E che la poesia, oscurata dai crimini della Storia, possa essa stessa essere percepita come un crimine, cioè come qualcosa di non necessario alla sopravvivenza dell'uomo. [leggi l'articolo]



14/11/09

 • "Una bellezza terribile" di carlos franz

Vladimir Nabokov diceva che la letteratura non si deve leggere nè con il cervello né con il cuore, bensì con la spina dorsale. Un buon testo si riconosce per quella specie di brivido che percorre la spina dorsale del lettore nello scoprirlo. E' un brivido sempre meno frequente, temo, man mano ura che gli anni passano, e percio' stesso più disperatamente inseguito.... [leggi l'articolo]







3/11/09

 • " il mistero del titolo del libro" i

le possibil ispiegazioni del titolo del romanzo





3/11/09

 • " 2666 volume II" i

Dario Voltolini - tuttolibri 25-1/10/2008- e intervista radio tre del 3/11/2009










29/10/09

 • "Su 2666 di Bolaño" i

Francisco Goldman dicembre 2008 - trad Gianni Errera







29/10/09

 • "Borges, Bolaño ed il ritorno dell'Epica"

( saggio di Aura Estrada - trad. dalla versione inglese di Gianni Errera © )