martedì, giugno 02, 2009

Ricordare e' sapere cio' che vediamo.



"come mi ricordavi?"
"Con dolore. Perchè, quando ti ricordavo, pensavo che la donna che ricordavo non fossi tu, ma un'immagine....

Orhan Pamuk, “Il mio nome e' Rosso”, Einaudi ed.



magritte
questa non è una pipa ( magritte )


questo quadro di magritte ci invita a non confondere la rappresentazione delle cose, con le cose stesse.
L'immagine di una persona non e' la persona stessa.
a volte su una persona proiettiamo il nostro ideale di persona e siamo incapaci di vederla per quello che essa e' realmente.
A volte siamo condizionati dai pregiudizi, e restiamo vittime delle illusioni




Ricordare e' sapere cio' che vediamo.
Sapere e' ricordare quello che vediamo.
Vedere e' sapere senza ricordare.


...Percio' anch'io credevo di vederla dappertutto. Capii meglio Ibn Arabi quando parla dell'amore come capacita' di rendere visibile l'invisibile, desiderio di sentirsi accanto cio' che non si lascia vedere...
Orhan Pamuk, “Il mio nome e' Rosso”, Einaudi ed.




non e' forse questa la forza misteriosa dell'amore ?
che ci fa cogliere l'essenza della persona amata
cio' che nessun altro riesce a vedere

quando siamo presi dal demone di eros
vediamo l'anima della persona amata, nella sua piu' profonda e intima essenza
oppure vediamo una rappresentazione illusoria
una proiezione della nostra mente.....
...una persona unica e speciale, nell'uno e nell'altro caso

a volte sento le cose,
ho la percezione esatta
dei sentimenti e delle emozioni
ma per paura, vilta', pigrizia o convenienza
o chissa per quale strano e sconosciuto impedimento
mi rifiuto di vedere
e divento spettatore
della mia vita di cui non sono piu' padrone........




"....faccio una cosa ma e' come se non fossi io. Come se ci fosse qualcosa dentro di me che si agita


Orhan Pamuk, “Il mio nome e' Rosso”, Einaudi ed.







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