giovedì, luglio 16, 2009

ricordo

ricordo

"come mi ricordavi?"
"Con dolore. Perchè, quando ti ricordavo, pensavo che la donna che ricordavo non fossi tu, ma un'immagine.
Orhan Pamuk. il mio nome e' rosso, Einaudi ed.


La catena della memoria e' dunque la trama che consente all'uomo identita' e ideazione. Qui Nietsche e' d'accordo con Platone per il quale "conoscere e' ricordare". La memoria, il ricordo, e' innanzitutto un ri-accordo che dalla dispersione genera unita', e nell'unita' rintraccia quell'identita soggettiva eoggettiva che la ragione occidentale ha chiamato IO e Mondo. Sia l'uno che l'altro non sono dati di realta' ma costruzioni della memoria. Non ci sarebbe IO se la memoria non costruisse quella sfera di appartenenza per cui riconosco come "miei" azioni, vissuti, pensieri e sentimenti; non ci sarebbe Mondo se la memoria non cucisse la successione delle visioni che altrimenti si offrirebbero come spettacoli sempre nuovi, apparizioni tra loro irrelate

Umberto Galimberti, Idee, il catalogo e' questo

C'e' un verbo inglese, to haunt, c'e' un verbo francese, hanter, molto imparentati e piuttosto intraducibili, che denotano cio' che i fantasmi fanno con i luoghi e con le persone che frequentano o spiano o rivisitano; inoltre, secondo il contesto, il primo puo' significare incantare, nel senso fèerico della parola, nel senso di incantamento, l'etimologia e' incerta, ma a quel che sembra entrambi provengono da altri verbi dell'anglosassone e del francese antico che significano dimorare, abitare, sistemarsi permanentemente (...).
Forse il legame poteva limitarsi a questo, a una specie di incantesimo o haunting, che a ben vedere non e' altro che la condanna del ricordo, del fatto che gli eventi e le persone ritornino e appaiano indefinitivamente e non cessino del tutto ne' passino del tutto ne' ci abbandonino del tutto, e a partire da un certo momento dimorino o abitino nella nostra testa, da svegli o in sogno, si stabiliscano li' in mancanza di luoghi piu' confortevoli, dibattendosi contro la propria dissoluzione e volendo incarnarsi nell'unica cosa che rimane loro per conservare il vigore e la frequentazione, la ripetizione o il riverbero infinito di cio' che una volta fecero o di cio' che ebbe luogo un giorno: infinito, ma ogni volta piu' stanco e tenue. Io mi ero trasformato in quel filo.

Javier Marias, domani nella battaglia pensa a me,pag. 53, Einaudi ed

Pensavo ai ricordi della mia infanzia e scoprivo come il piacere del contatto cambi completamente gli ambienti, i letti, le stanze, i profumi, gli oggetti piu' comuni...

..aveva capito l'importanza dell'infanzia. Aveva imparato a a ricordare e amare i piccoli oggetti del suo passato, le gomme da masticare, i fumetti, e il posto particolare che avevano i primi libri letti nella vita, come i primi amori
Orhan Pamuk. la nuova vita, Einaudi ed.


A volte ci si ricorda all'improvviso di un ricordo lontano gia' rimosso e ci si chiede perchè mi e' venuto in mente adesso, e cosi' la mente si confonde ancora di piu'. Ecco provai una cosa del genere ma mi sentivo piu' sereno che confuso(....) Niente puo' essere piu' prezioso della pace che viene dal dimenticare.

Orhan Pamuk, la vita nuova, pag 177, Einaudi

Ricordo
Non lascio che neanche
un singolo fantasma del ricordo
svanisca con le nuvole,
ed è la mia perenne consapevolezza del passato
che causa a volte il mio dolore.
ma se dovessi scegliere tra gioia e dolore,
non scambierei i dolori del mio cuore
con le gioie del mondo intero.

Kahlil Gibran "Self-Portrait"

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